Le scoperte della neuro economia dicono che ogni qual volta c’è in ballo un guadagno di soldi, anche piccolo, si eccita la stessa regione del cervello che si eccita per la gola, il desiderio sessuale e la cocaina. Ragion per cui ogni volta che facciamo un affare, scegliamo tra due prodotti scontati, prendiamo una fregatura, ci fidiamo di qualcuno o apriamo un conto corrente in banca, si scatena una vera e propria guerra di neuroni, dagli esiti alquanto stupefacenti. I soldi non sono tutti uguali. Il nostro cervello tiene una contabilità che contraddice le teorie economiche e tradisce anche la matematica: al contrario di quanto si potrebbe pensare, quando spendiamo i soldi o li risparmiamo non siamo tanto razionali come crediamo.
La scuola di pensiero marginalista studia l”economia attraverso un metodo di tipo deduttivo-normativo esaminando solo il comportamento razionale del soggetto economico. I marginalisti cercano di capire e di dimostrare quanto il comportamento economico di un soggetto sia prevedibile e regolare date alcune condizioni.
A ben vedere, come dimostrano gli esperimenti in ambito neuro economico, i consumatori sono meno razionali di quanto si possa pensare.
Esempio: il signor Bianchi possiede delle azioni Eni, e durante tutto l’anno ha accarezzato l’idea di venderle per comprare delle azioni Telecom. Ma non l’ha mai fatto, e troppo tardi si accorge che se lo avesse fatto sarebbe più ricco di 10.000 euro. Il signor Rossi invece aveva alcune azioni Telecom ma le ha vendute per comprare delle azioni Eni. Solo dopo si è reso conto che se le avesse tenute sarebbe più ricco di 10.000 euro. Secondo voi chi si sente peggio?
Gli esperimenti dimostrano che la maggior parte delle persone si sentirebbe molto peggio nei panni del signor Rossi.
In linea di principio la cosa non ha molto senso: dopotutto Bianchi e Rossi non hanno tutti e due 10.000 euro in più sul conto. “La verità” prosegue Motterlini “è che Rossi rimpiange qualcosa che ha fatto, mentre Bianchi qualcosa che ‘non ha fatto’, ma che avrebbe potuto fare. E questo fa una grande differenza. Il rimpianto è una sensazione che vogliamo evitare, più di altre”. Il fenomeno psicologico dei conti mentali va contro le teorie economiche accettate: le nostre scelte vanno come nell’esempio contro la fungibilità del denaro ma sono mille le trappole in cui cadiamo senza accorgercene.
La neuroeconomia cerca di investigare direttamente quali siano i meccanismi neuronali che entrano in gioco quando l”essere umano prende decisioni di carattere economico, mostrando che ogni nostra decisione coinvolge il lato emozionale: non è possibile distinguere tra azioni in cui soltanto la deliberazione consapevole razionale ha un ruolo e altre in cui entrano in gioco le emozioni, esiste invece una profonda commistione tra le due dimensioni.
L”approccio tenta di portare nell”ambito economico il metodo e le teorie che la psicologia utilizza per spiegare il comportamento umano, con esperimenti in laboratorio che, con sempre maggiore evidenza, mostrano tutti i limiti della teoria della scelta razionale.
Le neuroscienze usano la risonanza magnetica che mostra le zone di attività del cervello durante il suo funzionamento, per aprire quella scatola nera che è il cervello stesso, di fatto rimasto fino a oggi ai margini di una teoria economica in cui la scelta razionale, che ne è alla base, semplicemente tratta la decisione come un processo ottimo e perfetto.
Fermo sostenitore della scienza come propulsore della conoscenza e dell’evoluzione, il dubbio è sull’uso delle informazioni che escono fuori dalla scatola nera e, soprattutto, sugli effetti di tali usi sull’evoluzione stessa dell’uomo.
Cono Cirone