____________
Antonio Innamorato, eletto con il Partito Socialista per la Circoscrizione campana del collegio Sala Consilina –Vallo della Lucania, ha ricoperto la carica di Senatore della Repubblica nel corso della X Legislatura dal 2 luglio 1987 al 22 aprile 1992.
___________
Cosa rappresenta oggi il socialismo?
Oggi non è altro che un sentimento. Ritengo vada approfondito dal punto di vista della ricerca storica, piuttosto che analizzato quale fenomeno contemporaneo. Mancano le strutture e le personalità adeguate, per cui i valori che è ancora possibile riscontrare, inevitabilmente faticano a trovare una propria collocazione. Chi oggi tende ad identificarsi nei principi socialisti non è nella condizione di avere un approccio strutturale tale da poterne sviluppare gli ideali. Tuttavia, sono fermamente convinto che il socialismo, in quanto valore, sia praticabile attraverso le semplici attività del quotidiano ed eventualmente all’interno di Partiti non fortemente ideologizzati. Ritengo che le attuali coalizioni in realtà non intendano misurarsi con i valori socialisti. Qualche anno fa, attraverso un accorato appello, ho dato vita all’estremo tentativo di riunire le anime socialiste ma non vi sono riuscito. Ero convinto che in tanti militanti fosse ancora vivo il senso d’appartenenza ma, quando si è proceduto alla “raccolta”, abbiamo dovuto constatare che la rete aveva maglie troppo larghe ed ognuno era andata per la sua strada. I Partiti “tradizionali” sono ormai scomparsi ma molti degli attuali protagonisti politici sono gli stessi di tanti anni fa. Chi a quel tempo era socialista oggi è approdato, a seconda delle proprie scelte, nel centro-destra o nel centro-sinistra. Sarebbe stato più opportuno che gli originari rappresentanti del Partito si fossero astenuti, non aderendo a nuove realtà politiche.
Come valuta la situazione politica nazionale?
Mi sembra che alcuni parlino di futuro governando come in passato, mentre altri pensino al futuro guardando al passato…Non vedo nulla di nuovo, tutto mi sembra immobile. I governi moderati e quelli di sinistra hanno nel tempo dato vita alla stagnazione in cui ognuno si è preoccupato di curare il proprio orticello. Nel momento in cui si cerca di cambiare le cose è normale trovarsi di fronte a grandi difficoltà. In Italia non c’è mai stata una vera rivoluzione culturale! E se c’è stata è stata gestita in puro stile gattopardiano: “facciamo cambiare le cose per far restare tutto com’è”…Tuttavia ritengo che dai momenti di crisi possano emergere nuove realtà e personalità.
In ambito regionale e provinciale, invece, ritiene che il centro-destra stia governando bene o almeno meglio rispetto al centro-sinistra?
A riguardo mi sembra alquanto carente il rapporto fra le cariche elette e le diverse realtà territoriali. Non le vedo presenti e partecipi. E’ mutato il colore politico di chi governa ma l’acqua in cui si nuota mi pare essere la stessa. Il centro-sinistra, soprattutto a livello regionale, negli scorsi anni ha amministrato in maniera disastrosa, facendo si che la gente si abituasse soltanto a chiedere. E’ mancata la doverosa assunzione di responsabilità. Il centro-destra dal canto suo non mi sembra sia riuscito ad invertire la rotta ed almeno per il momento si sta caratterizzando soltanto per il maggior rigore e la maggiore parsimonia rispetto alla precedente gestione. Ritengo, tuttavia, che si sia ancora troppo lontani dai reali bisogni delle persone. Si registra la totale assenza di processi di crescita. Ci troviamo di fronte ad una società “ferma”, rilassata e colpevole di non fare figli. Il livello di democrazia è strettamente collegato al tasso demografico. Più alto è quest’ultimo maggiore risulta essere lo stato di democrazia.
L’ha sorpreso il transito di un ex esponente socialista valdianese, Rocco Giuliano, nelle file del centro-destra provinciale? La destra può possedere un’anima socialista?
Se pensiamo alla cultura ed alla storia della destra sembrerebbe impossibile. Diventa, invece, possibile con l’attuale centro-destra. Oggi a destra come a sinistra si registra la “raccolta” di reduci di diverse aree politiche. La destra è composta da ex socialisti, ex repubblicani ed ex democratici. Manca una vera destra allo stesso modo in cui manca una sinistra. In questo articolato contesto, quindi, può starci anche il socialismo all’interno del centro-destra.
Per quel che concerne il suo paese natio ed in cui attualmente vive, ovvero Teggiano, come giudica l’operato dell’attuale amministrazione comunale?
Non ho elementi sufficienti per poter esprimere dei giudizi. A livello locale, però, il dibattito politico mi sembra alquanto carente e soporifero. Si vive esclusivamente di schermaglie ma mancano vere forme di antagonismo e si amministra, male o bene, quasi in maniera indisturbata. A riguardo non esiste una medicina, né una vera soluzione. Devo, però, registrare con piacere la valorizzazione del centro storico, attraverso i diversi interventi a cui si è dato vita. Mi dispiace soltanto che sia chi amministra, che chi è all’opposizione, non abbia capito che Teggiano ha una sola “fabbrica”, ovvero la scuola. Per quello che è consentito dalla legge gli amministratori potrebbero fortemente incidere a riguardo, facendo divenire l’istituto “Pomponio Leto” un volano di formazione, di orientamento culturale e sociale e di sviluppo economico.
Secondo lei il Vallo di Diano potrà, in un futuro non troppo lontano, far giungere un proprio rappresentante in Senato?
Credo sia alquanto complicato, valutando lo stato attuale delle cose e le divisioni all’interno delle singole coalizioni. Nel Vallo di Diano vi sono dei soggetti validi e capaci ma le divisioni sono troppe. Tuttavia, mi auguro che siano superabili. Per rendere possibile ciò dovrebbe emergere una figura in grado di farsi carico dei problemi e che, soprattutto, abbia possibilità economiche tali da riuscire a coinvolgere ed aggregare i diversi interpreti, nonché le realtà e le categorie sociali e professionali del territorio.