Oggi mi è capitato di vedere una vecchia foto del sorriso di Berlinguer; sono stata a lungo a fissarlo. Era un sorriso rassicurante, aveva uno sguardo deciso e sereno. Certe volte mi serve di ricordare, e allora vado a rileggere le trascrizioni dei suoi comizi, meglio ancora rivedo i filmati, e nonostante siano passati troppi anni ormai, la sua voce mi resta ancora familiare. Come tutti i comunisti ho amato molto Berlinguer, ed è un amore imperituro.
Sono nostalgie che mi assalgono spesso, soprattutto quando più pressante si fa la campagna elettorale e sempre più mi domando se la mia mano sarà capace di fermarsi a una sola “ics”, o si farà vincere dalla tentazione di scrivere ancora e ancora, tutto il peggio che il cuore mi dice e che possa stare sulla scheda.
Quando c’era Berlinguer, noi mangiavamo bambini e avevamo tre narici. I fascisti erano fascisti ma non si azzardavano a esporre le loro icone maledette e proibite dalla legge (legge 20 Giugno 1956 n° 645 attualmente ancora in vigore). Oggi abbiamo Bersani, ma è a San Remo per il festival, perché dice che è importante stare in prima fila con i giovani, e i fascisti regalano i calendari di mussolini, per aggiudicarsi un voto.
Poi ci sono i comizi, e il tizio malavitoso del consiglio li fa in televisione. Si presenta non più a promettere posti di lavoro a milioni di cittadini, ma a promettere impunità per tutti. I comunisti ora vogliono le tasse, vogliono rimettere l’ICI, tassare i grandi patrimoni, tracciare il danaro così che non si possa più evadere il fisco allegramente, bloccare l’abusivismo edilizio. Oggi questo tizio non ha nemmeno più bisogno di promettere pane agli affamati, e nemmeno brioche; oggi promette direttamente caviale. Spazi verdi e abusi edilizi per tutti coloro che se li possono permettere. Gli altri non contano, lobotomizzati ripeteranno a loro volta la filastrocca: “volete rimettere l’ICI…”
A me è successo; ho avuto la fortuna di sentirmi fare questa obiezione. E come ve lo racconto l’orgasmo provato quando ho ribattuto: “scusa, ma tu non stai in affitto?” Piccolezze e digressione, perdonate.
Berlinguer smetteva a volte di sorridere, e si faceva serio, con le rughe attente intorno agli occhi, con i suoi capelli che sembravano essere liberi di andare, come se ci fosse sempre vento.
Oggi tutti sorridono, e hanno le bocche piene di denti. Sorridono tutti allo stesso modo dai manifesti che deturpano le nostre città. L’esercito dei cloni privi di carisma e personalità, che promettono rastrellamenti di negri, sicurezza, famiglia, fatti, e meno tasse. Il lavoro non è più importante, la scuola non c’entra più, la sanità chi se ne frega. Delle addizionali IRPEF non ne parla mai nessuno, nessuno ti promette di abbassarla, tanto chi la paga è solo il lavoratore dipendente, per gli altri ci sarà un condono prima o poi.
Ha detto il tizio sorridente del consiglio che la sinistra ci fa sfigurare nel mondo. Lui invece lo amano anche in Germania …
E mentre scrivo mi passa la voglia, perché vado lunga, divento noiosa persino a me stessa. Mi ricordo Berlinguer, ma non mi ricordo se poi lui c’era andato a San Remo. Forse però, no.
Rita Pani (APOLIDE che senza il P.C.I. non vota)
Questo articolo è stato pubblicato con il consenso dell’autore.