di Sandro Cimino
Tutto iniziò nel 1669 quando Juan Caramuel propose l’uso del sistema numerico binario con la pubblicazione del volume “Mathesis biceps. Vetus, et noua” nella sua sede vescovile di Campagna in provincia di Salerno. L’aritmetica binaria venne ben presto dimenticata e riscoperta solo nel 1847 grazie al matematico inglese George Boole che aprirà l’orizzonte alla nascita del calcolatore elettronico capace di “pensare” in binario. Da allora ne abbiamo fatto di strada, oggi abbiamo computer dalla potenza di calcolo eccezionale, capaci di eseguire miliardi di operazioni al secondo e di gestire molti aspetti della vita quotidiana di ognuno di noi.
Mentre state leggendo questo articolo, potrebbe squillarvi il cellulare. Magari state ascoltando musica dal vostro iPod, dal lettore cd o da Internet. In questo preciso istante, in una banca sono custoditi i vostri soldi e ,senza che ve ne accorgiate, si stanno spostando dal vostro conto a quello del negozio d’intimo nel quale avete comprato il regalo di compleanno per la vostra ragazza qualche giorno fa.
Tutti questi eventi sono riconducibili ad un unico e immenso flusso di informazioni chiamato “convergenza digitale “.
La convergenza digitale ci sta cambiando radicalmente la vita, basti pensare alla lenta ma inesorabile scomparsa del denaro contante. Con l’avvento delle carte di credito, carte prepagate, bancomat e tanti altri sistemi di pagamento elettronici, pagare un acquisto si traduce in una manciata di bit che vengono trasferiti dal POS del negozio al server della banca che provvederà a registrare la transazione. Questa “scomparsa” dei soldi era stata in parte ipotizzata da Thomas Mun(1571-1641) e David Hume(1711-1776), rispettivamente mercante e filosofo inglesi e prende il nome di teoria quantitativa della moneta.
Secondo questa teoria, la moneta circolante è data dall’offerta di moneta(quantità di moneta che la banca centrale deve emettere perché richiesta dagli individui) fratto la velocità di trasferimento del denaro: e se la velocità diventa infinita(come nel caso dei trasferimenti “istantanei” di Bancomat e carte) il denaro cartaceo diventa zero!
La gestione dell’informazione può andare oltre, arrivando a pianificare un nuovo sistema di prelievo fiscale e una migliore equità sociale. Con questo sistema si rende inutile l’imposta sul reddito “a percentuale”, in favore di una analisi più corretta di comportamenti ed abitudini: in pratica, i prezzi dei beni potrebbero essere personalizzati. Vai in palestra regolarmente? Pagherai meno i farmaci. Hai montato infissi termici a casa tua? Avrai il 5% di sconto sul metano da riscaldamento. In questo modo si perfezionerebbero meccanismi di incentivo/disincentivo che già ora riguardano alcuni aspetti della tassazione(basti pensare a sigarette ed alcolici). La convergenza digitale potrebbe far sparire il prezzo unico, basta solo scambiare informazioni più velocemente. La tecnologia che consentirebbe di realizzare questo sistema esiste già. Si potrebbe utilizzare un chip Rfid(radio frequency identification, identificazione a radiofrequenza ) come quello del Telepass, integrato nel nostro cellulare, che ci permetta di essere identificati da una miriade di apparecchiature elettroniche consentendoci di effettuare pagamenti o di passare la nostra storia clinica al terminale dell’ospedale semplicemente avvicinando il telefonino.
Purtroppo c’è un aspetto della convergenza digitale che dovrebbe preoccuparci. La Privacy!
Tutte queste informazioni personali che viaggiano freneticamente nella rete globale hanno bisogno di protezione. Ogni nostra azione, che sia l’apertura di un conto corrente o l’iscrizione ad un socialnetwork, ci porta inevitabilmente a fornire dati personali. La cosa a cui dobbiamo stare attenti è a chi forniamo questi dati e se ci garantiscono che questi ultimi vengano trattati secondo le vigenti leggi che disciplinano la materia. Quante volte ci è capitato di registrarci ad un sito e di aver spuntato la casella di accettazione del trattamento ai dati personali? Sicuramente molto spesso, però bisogna stare attenti e conoscere nei dettagli a cosa abbiamo acconsentito. Ogni sito che permette la registrazione di un utente, ”per legge”, deve rendere disponibile alla lettura l’informativa sulla privacy nella quale sarà specificato come verranno trattati i vostri dati personali e per quali scopi verranno utilizzati.
Tutta questa tecnologia ci semplifica la vita ma allo stesso tempo ci rende immobili. Ogni tanto invece di stampare l’estratto conto comodamente da casa, andiamo in banca. Il cassiere della nostra filiale ci darà quello che il nostro PC non potrà mai darci, il rapporto umano.
Sig. Cimino, che diavoleria si è inventato a corredo di questo interessante articolo? Mi rifersco al Drag to share.
Awesome. Greetings from the Speedy DNS.