di Sandro Cimino.
Internet è un pezzo importante del nostro futuro.
Se un paese riesce a dotarsi di infrastrutture capaci di garantire un accesso al Web veloce, efficiente e a basso costo, ne riscontrerà benefici nell”economia, nella qualità del lavoro e della vita in generale. Purtroppo la Rete italiana è inadeguata, arretrata rispetto a quella degli altri Paesi (per numero di utenti siamo al 29° posto su 53 Paesi europei ed il 12% della popolazione non dispone di connessioni veloci). Questo avviene perchè, invece di privilegiare gli interessi del Paese, il governo difende quelli di pochi gruppi. Tutto questo mentre soluzioni poco costose, più semplici ed efficaci come il WiMax sono bloccate da tempo.
Il WiMax è un collegamento internet via radio ad alta velocità(fino a 50 Mb/s), consente l”accesso anche a 50 chilometri di distanza e con costi di impianto molto bassi che dovrebbe risolvere il problema dell’ultimo miglio. Volgendo lo sguardo altrove vediamo come nel resto del mondo questa nuova tecnologia stia prendendo piede. In Giappone per esempio c”è stato un nuovo investimento di 45 milioni di dollari da parte di Intel (Intel Capital).L”iniezione di liquidità permetterà all’operatore nazionale giapponese UQ Communication di estendere la copertura al 90% del territorio nazionale. In Italia, un solo operatore, Aria, ha ottenuto per 47 milioni di euro la licenza per coprire tutto il Paese. Tra le altre aziende che hanno partecipato alla gara d”appalto spicca A.F.T. Linkem che si è aggiudicata la licenza per gran parte delle regioni italiane. Saranno queste due società a gestire le frequenze del WiMax italiano. Negli accordi di licenza, il governo italiano ha previsto che gli operatori dovranno coprire prima le zone non raggiunte dalla banda larga. Aria, ha un piano di copertura delle grandi città per i prossimi anni: partirà, però, soltanto se gli enti locali parteciperanno economicamente alla realizzazione della rete. Il grosso vantaggio del WiMax è che non necessita di costosissimi scavi per il passaggio dei cavi in fibra ottica(dai 50 ai 70.000 €/Km).
In provincia di Milano hanno risolto il problema non con il WiMax ma facendo passare i cavi in fibra ottica attraverso la rete fognaria. Hanno modificato un cavo in acciaio, usato per le funivie, rivestendolo di uno speciale materiale plastico anticorrosivo. Questo cavo sarà in grado di ospitare fino a 430 fibre ottiche dalla capacità di un Terabit/s (un milione di volte più veloce di un Adsl). La Provincia di Milano ha investito 7.974.00 € ed ha già posato 1.800 Km di fibra (circa tre volte la distanza Milano-Roma). Grazie a questo investimento incassa circa 14.000.000 di euro provenienti dalla stipula di contratti con i vari operatori Internet ed ha risparmiato, inoltre, il 58% delle sue spese di telefonia(le telefonate tra i vari uffici non le pagano più, grazie al collegamento diretto).
Da tutto questo è facile dedurre che per eliminare il Digital Divide, oltre ad investire in nuove tecnologie, bisogna dare la possibilità a chi ha delle valide idee di metterle in atto così da permettere al nostro paese di affacciarsi ad un futuro che ormai è sinonimo di comunicazione.